Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

Zanotelli a Marano
Dal presidio antidiscarica
una rivoluzione culturale


di Maria Mezzina

Ci sono preti e preti. Zanotelli è uno di quelli che la loro missione la compiono in mezzo alla gente e per strada, andandosi a scegliere le situazioni più difficili e le battaglie più dure, senza mai arrendersi. Eppure è un uomo di pace Zanotelli, che non è assenza di lotte, né è quieta rassegnazione; la sua è la pace della giustizia, quella che si conquista giorno per giorno perché si nutre del diritto di tutti alla dignità, alla vita, al futuro.
Sono venuti in tanti ad ascoltarlo e a parlare con lui, venerdì 13 marzo nell'aula consiliare di Marano, accumunati da tante lotte: contro le discariche che uccidono perché vi viene sversato di tutto, contro gli inceneritori, contro la camorra, per la salute, per la democrazia, per i diritti fondamentali, per una politica umana.
Accanto ad Alex la sedia vuota del sindaco, Salvatore Perrotta, altro combattente per la salute della città, obbligato all'esilio da una ordinanza pesante come un macigno su cui speriamo sia fatta luceal più presto e su cui sono in molti a volere lucrare. La sedia vuota è stata esplicitamente e fortemente voluta accanto a sé dal missionario e a lui che era presente in quella assenza forzata sono andati gli applausi calorosi di gratitudine e di sostegno dell'intera assemblea. È stato Massimo Nuvoletti, il vicesindaco, a salutare e ringraziare Alex Zanotelli a nome della città.

IL PROBLEMA
DELL'OCCIDENTE
"Marano e Chiaiano: esempi di democrazia dal basso" era il tema della serata legato alla situazione di emergenza e allo stato di agitazione e resistenza della città. A Chiaiano e a Marano la lotta contro una grande discarica, scelta male, messa male, preparata malissimo, non è una lotta piccola per un problemuccio locale. Nella "Campania felix" di antica e scomparsa memoria esiste un fermento, un ribollire di risentimenti e di rivendicazioni che in altre forme e per tante ragioni sono comuni al resto del paese e anche al resto del pianeta (in Africa, in America latina e perfino negli Stati Uniti) dove per i medesimi motivi per cui ci si ribella in Campania si è fatto il deserto e si muore.
Ha detto padre Zanotelli: "il problema dell'occidente non è l'ateismo, è l'idolatria". Idolatria del denaro, idolatria del potere, idolatria verso il "dominus", idolatria dell'"io".
In Campania si cerca di schiacciare i diritti della gente riconosciuti dalla Costituzione, dall'Europa e dall'Onu, e si aggira la Legge con la scusa dell'emergenza. Una emergenza che è diventata reale perché costruita ad arte da chi aveva ed ha interessi, e favorita dalla insipienza e incapacità (vera o fittizia) del governo locale, come dimostrano molti serissimi documenti che non trovano eco sui media di massa e sono costretti a girare solo su internet. Come Bush, in seguito all'attentato alle Torri gemelle, con la scusa dell'emergenza terrorismo ha di fatto sospeso con il consenso del Congresso le regole della democrazia, dando inizio a un decennio di sistematica violazione dei diritti civili, così in Campania con la scusa dell'emergenza rifiuti si sospendono di fatto i diritti del cittadino e perfino quelli fondamentali della persona - il diritto di esprimere pacificamente il proprio dissenso, il diritto al controllo e alla tutela del proprio territorio, il diritto alla informazione, il diritto a un ambiente pulito, il diritto alla salute, perfino il diritto alla vita - e si comprime la democrazia.

NO AI PROCESSI DI MORTE
Il messaggio di padre Alex a Marano è stato forte e chiaro: "NO ai processi di morte. Stiamo uccidendo non solo la Campania ma il Pianeta. Questo sistema ci sta portando inesorabilmente alla morte". "Non è un problema di discariche: è un problema etico e morale. È un problema di impero", precisa. Non servono dodici discariche e cinque inceneritori per tenere pulita la provincia di Napoli, la più alta d'Italia per densità abitativa (non ci stancheremo mai di ripeterlo) e la regione. Serviranno però per avvelenare l'aria, la terra e l'acqua della Campania. Non si produce a Napoli e nel suo interland così tanta "munnezza"; per mantenere a regime gli impianti sarà necessario importare i rifiuti. Un affare colossale per le banche, per la camorra, per quegli amministratori rapaci che hanno accettato o accetteranno danaro - qualche milione di euro che si traducono in pochi spiccioli a testa in cambio della salute e della vita della gente - per ospitare discariche, accumulare milioni di balle che solo una mente distorta può chiamare ecologiche e solo una legge sciagurata può innalzare a biomasse a cui assegnare un valore monetario aggiunto per il loro incenerimento (Cip6: dai 25 ai 50 euro ogni tonnellata bruciata). È di questi giorni il sequestro dell'inceneritore di Colleferro, in provincia di Roma, alle porte di quella valle di veleni e di morte in cui è stata ridotta la valle del fiume Sacco; uccisi, il fiume e la valle, in tutte le loro forme di vita dai rifiuti chimici delle industrie del cemento, della chimica, della concia, delle armi che facevano della zona il polo industriale del sud del Lazio. Un inceneritore presentato come il gioiello d'Europa, voluto dalla amministrazione che con una sapiente campagna di persuasione lo ha imposto alla città in cambio di denaro, infrastrutture e l'aumento di malattie e morti per cancro.

MARANO: ESEMPIO DI
DEMOCRAZIA DAL BASSO
A Marano le cose sono andate diversamente. Qui la volontà di un sindaco che ha difeso tenacemente e ad oltranza la salute della sua gente - senza lasciarsi irretire da un compenso una tantum di 6 (sei) milioni di euro, pari a 100 (cento) euro per abitante - e la volontà e la santa testardaggine di un nutrito gruppo di persone, soprattutto donne, del presidio permanente antidiscarica di Chiaiano e Marano, stanno dando filo da torcere a chi si ritiene autorizzato a servirsi del potere che gli è stato affidato per scopi diversi dal bene della comunità.
Si è formato a Marano uno zoccolo duro di uomini e donne che fanno informazione seria e tengono accesa la fiaccola della democrazia. Si tratta qui di democrazia vera, quella che nasce fra la gente e si ritrova nelle manifestazioni corali contro ogni forma di illegalità e di sopruso, che si manifesta come presenza dei cittadini elettori nei consigli comunali per partecipare con la pressione del loro controllo alle decisioni sulla città.
"La vera democrazia - ha detto padre Alex - nasce dal basso; nasce da questa continua resistenza alla sopraffazione. È una resistenza nonviolenta che non vuol dire che è passiva. È, anzi, una resistenza di azioni, una nonviolenza attiva che si esercita attraverso tutta una serie di stratagemmi, così come hanno fatto due grandi combattenti della lotta nonviolenta: Martin Luther King e Gandhi". Il primo a predicare questa resistenza attiva e non violenta è stato proprio Gesù, quando ha detto di porgere la guancia sinistra a chi aveva già colpito la destra. Questo porgere la guancia sinistra, ha spiegato padre Zanotelli, è un atto di resistenza e un gesto di non violenza attiva: perché si può percuotere la guancia destra di una persona solo con un manrovescio - che era allora la punizione del padrone verso lo schiavo - ma se chi è stato percosso porge, poi, la guancia sinistra costringerà chi lo percuote a guardarlo negli occhi e, guardandolo a sua volta negli occhi, affermerà così la sua dignità di pari. Una lezione magnifica.


Homepage

 

   
Num 90 Aprile 2009 | politicadomani.it